L’anoressia nervosa, spesso chiamata semplicemente anoressia, è un grave disturbo dell’alimentazione caratterizzato da un peso corporeo eccessivamente basso, intensa paura di prendere peso e alterazioni nella relazione con il proprio corpo. Le persone con anoressia nervosa esercitano un patologico controllo sul proprio peso e forme corporee, controllo che interferisce sempre più significativamente sulla loro vita. In questo articolo descriviamo le caratteristiche più comuni dell’anoressia.
Contenuti dell’articolo
- Anoressia
- Caratteristiche dell’anoressia nervosa
- Sintomi precoci dell’anoressia
- La luna di miele
- Sintomi dell’anoressia
- Sintomi emotivi, cognitivi e comportamentali
- Paura di ingrassare
- Restrizione alimentare
- Esercizio fisico eccessivo
- Disturbi nella relazione con il proprio corpo
- Bassa autostima
- Pensiero rigido
- Deficit nel riconoscimento delle emozioni
- Deficit cognitivi
- I sintomi fisici dell’anoressia nervosa
- Cause dell’anoressia e fattori di rischio
- 1) Interiorizzazione dell’ideale di magrezza
- 2) Perfezionismo clinico
- 3) Cronici stati emotivi negativi
- 4) Insoddisfazione per il proprio corpo
- 5) Disturbo dell’immagine corporea
- Ricovero per anoressia nervosa
- Anoressia nervosa approfondimenti:
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Anoressia
L’anoressia è un grave disturbo psichiatrico e il più conosciuto tra i disturbi del comportamento alimentare. E’ caratterizzato dal timor panico di ingrassare, dalla riduzione dell’importo calorico giornaliero e conseguente dimagramento e da un alterato modo di percepire il corpo.
Il termine anoressia deriva dal greco (an- privativo e órexis ‘appetito’) e significa “assenza o marcata riduzione dell’appetito”. L’aggettivo “nervosa” identifica invece la natura funzionale, non organica dell’anoressia, per distinguerla dalle forme di inappetenza o di rifiuto del cibo prodotte da malattie del corpo.
In realtà, le persone affette da anoressia nervosa non lamentano quasi mai una perdita di appetito. Al contrario, lo stimolo della fame si moltiplica con la riduzione dell’apporto calorico e con il conseguente dimagramento. Il controllo dello stimolo della fame diventa, paradossalmente, fonte di soddisfazione per il paziente e ne alimenta la patologia.
Per chi soffre di anoressia il controllo sul corpo e sull’alimentazione diventa la preoccupazione principale, se non unica. Anche il proprio senso di valore personale e autostima è modulato quasi esclusivamente dalle forme e dal peso del corpo su cui le pazienti con anoressia esercitano un controllo morboso. Le modalità attraverso cui le pazienti esercitano questo controllo sono:
- Riduzione dell’importo calorico giornaliero attraverso diete sempre più ferree;
- Aumento dell’esercizio fisico giornaliero che diventa eccessivo e può occupare la maggior parte della giornata;
- Utilizzo inappropriato di clisteri e lassativi;
- Condotte tipo “vomito autoindotto” (nella variante dell‘anoressia purging);
Caratteristiche dell’anoressia nervosa
L’anoressia è uno dei disturbi psichiatrici con i più alti tassi di mortalità tanto da renderla la seconda causa di morte tra gli adolescenti (Agras 2001) Chi soffre di anoressia spesso presenta, oltre ad un peso corporeo significativamente basso, una bassa autostima, paura di ingrassare e perfezionismo esasperato detto anche “perfezionismo clinico”.
Chi soffre di anoressia mostra inoltre una patologica attenzione verso le proprie forme e peso corporei. Alcune parti del corpo (in particolare quelle considerate fobiche) vengono costantemente monitorate (il cosiddetto body checking) e sono generalmente percepite più grandi di come sono nella realtà. In alcuni casi invece pazienti in grave deperimento organico possono non manifestare alcuna preoccupazione per le proprie gravi condizioni fisiche.
Sintomi precoci dell’anoressia
Il sintomo più evidente, fin dall’esordio dell’anoressia, è sicuramente il calo di peso. Spesso l’esordio dell’anoressia nervosa è preceduto da una dieta per cui l’iniziale perdita di peso può essere vista, anche da parenti e famigliari, in termini non preoccupanti. Agli iniziali successi della dieta (spesso inoltre autogestita) però subentrano meccanismi patologici. Il peso corporeo raggiunto non è mai abbastanza basso, la paziente inizia a saltare i pasti (spesso di nascosto), inizia ad escludere dalla sua dieta cibi ritenuti fobici e tende ad aumentare la durata e l’intensità dell’esercizio fisico.
In questa prima fase dell’anoressia detta luna di miele la paziente può sperimentare un particolare stato di euforia, un senso di benessere e di onnipotenza. La malattia sembra la soluzione a tutti i problemi. La paziente si sente piena di energia e in grado di affrontare qualsiasi difficoltà. Questo complica la reale gravità del disturbo in quanto la paziente nega qualsiasi disagio psicologico.
La luna di miele
La “luna di miele” è però una fase transitoria che lascia poi il passo ad una ingravescenza dei sintomi sia fisici che psicologici. Nella fase della luna di miele risulta difficile offrire cura e supporto in quanto, più che in altre fasi della malattia, chi è affetto da anoressia ha l’illusione che vada tutto bene e non è quindi propenso a chiedere aiuto. Col passare del tempo però le condizioni fisiche peggiorano, così come quelle psicologiche. Il cibo e le forme del corpo diventano una vera ossessione e questi pensieri diventano totalizzanti, il pensiero è focalizzato sulla quantità di calorie ingerite e sui modi per “consumarle” rapidamente.
Quando la fase della “luna di miele” finisce, le problematiche fisiche e psicologiche iniziano ad emergere con sempre maggiore importanza. Può diventare difficile se non impossibile mantenere i propri impegni di vita (come andare a scuola o uscire con gli amici). Tutto ruota attorno al peso e alle forme del corpo. La sofferenza psicologica inizia a farsi sentire maggiormente e l’effetto euforizzante della luna di miele svanisce per sempre.
Sintomi dell’anoressia
Col passare del tempo i sintomi dell’anoressia diventano sempre più invalidanti e iniziano ad abbracciare significativamente tutta la vita della paziente. Ad essere intaccata non è solamente la sfera psicologica personale, ma anche quella socio-relazionale e comportamentale. I comportamenti alimentari patologici iniziano inoltre ad avere conseguenze importanti sul lato fisico, metabolico e nutrizionale.
Con l’aggravarsi del disturbo il controllo sull’alimentazione si fa più rigido, si riduce sempre più la quantità di calorie ingerita. Per mantenere il controllo su peso e forme del corpo le pazienti affette da anoressia, aumentano la durata e l’intensità dell’esercizio fisico giornaliero. Si parla di iperattività o esercizio fisico eccessivo e compulsivo. La paziente si sente quasi costretta ad occupare gran parte della sua giornata facendo movimento (come camminare quotidianamente per molti chilometri).
I sintomi dell’anoressia possono essere diversi e si distinguono tra sintomi emotivi e comportamentali e sintomi fisici.
Sintomi emotivi, cognitivi e comportamentali
I principali sintomi emotivi, cognitivi e comportamentali, che si osservano nelle pazienti con anoressia nervosa sono:
- Paura di ingrassare
- Restrizione alimentare
- Esercizio fisico eccessivo e compulsivo
- Disturbi nella relazione con il proprio corpo
- Bassa autostima
- Pensiero rigido
- Deficit nel riconoscimento delle emozioni
- Deficit cognitivi
Paura di ingrassare
Sintomo comune nell’anoressia nervosa è la paura di ingrassare. Questa paura, vissuta come una vera e propria fobia, permane nonostante le pazienti siano in un grave stato di denutrizione e di deperimento organico.
Restrizione alimentare
La strategia principale di controllo del peso corporeo in pazienti con anoressia è legata alla restrizione delle calorie assunte quotidianamente. La riduzione delle calorie ingerite quotidianamente va di pari passo col grado di gravità del disturbo e con il calo ponderale.
Esercizio fisico eccessivo
Il ricorso all’esercizio fisico eccessivo è uno dei sintomi comportamentali più diffusi nell’anoressia nervosa. Nelle sue manifestazioni più gravi questo sintomo mantiene le pazienti in un costante e quotidiano stato di attivazione motoria. Questo sintomo viene descritto come un’incapacità, da parte delle pazienti, di restare fermi o rilassarsi. Spesso i momenti di “inattività” sono vissuti dalle pazienti con ansia e senso di colpa.
Disturbi nella relazione con il proprio corpo
Sintomo comune nelle pazienti anoressiche è una alterata relazione con il proprio corpo. L’insoddisfazione corporea può poi evolvere nel disturbo dell’immagine corporea, disturbo che porta le pazienti a percepire il proprio corpo grasso anche se in grave deperimento organico.
Bassa autostima
Chi soffre di anoressia nervosa mostra, in genere, bassi livelli di autostima. La bassa autostima, tendenzialmente cronica in queste pazienti, influenza drasticamente il percorso di sviluppo e di crescita della personalità.
Pensiero rigido
Con il progredire della malattia l’organizzazione dei pensieri si riduce e si appiattisce su pochi e stereotipati temi. Il controllo del cibo e del peso occupano totalmente ed in modo parassitario la mente. Danneggiando così il pensiero astratto e riducendo il repertorio comportamentale (molte se non tutte le attività quotidiane hanno l’obiettivo di ridurre e controllare il proprio peso corporeo).
Deficit nel riconoscimento delle emozioni
Assai frequentemente si rileva una certa difficoltà a riconoscere e comunicare le proprie emozioni (alessitimia dal greco “non avere parole per le emozioni”). Questo problema si inserisce all’interno di un più ampio contesto di disregolazione emotiva che compromette sia l’equilibrio psicologico che le capacità relazionali di chi è affetto da anoressia nervosa.
Deficit cognitivi
Il protratto stato di deperimento organico porta inoltre ad una riduzione delle capacità di funzionamento cognitivo. In particolare pazienti con anoressia nervosa grave possono lamentare calo importante nell’attenzione, nella concentrazione e nella memoria.
Molti altri sono i sintomi psicologici dell’anoressia nervosa, spesso diversi e variegati. Il comportamento alimentare patologico è infatti una strategia per affrontare (anche se in modo inefficace e disfunzionale) un disagio psicologico più profondo. La maggior attenzione a peso e forme spesso infatti nasconde un profondo disagio interiore e una incapacità a regolare le proprie emozioni. Scopo della terapia, oltre alla riduzione o remissione dei sintomi caratteristici, è quella di aiutare le pazienti ad affrontare le cause psicologiche che hanno favorito lo sviluppo dell’anoressia nervosa.
I sintomi fisici dell’anoressia nervosa
I più frequenti sintomi fisici sono:
- Riduzione della pressione arteriosa.
- Rallentamento della frequenza cardiaca (bradicardia).
- Amenorrea (assenza del ciclo mestruale).
- Osteopenia/osteoporosi.
- Ritardi /compromissione della crescita.
- Cute ed annessi fragili e sottili.
- Problemi ematologici (anemia, leucopenia, etc).
- Debolezza muscolare con riduzione della massa magra.
- Problemi a carico dei reni.
- Alterazioni livelli di sodio, magnesio, potassio, calcio, ferro e fosforo.
- Problemi gastrointestinali (difficoltà digestive, stipsi, rallentato svuotamento gastrico, etc).
- Crescita di peli (lanugo) su tutto il corpo (ipertricosi).
- Sensazione di freddo.
- Riduzione della temperatura corporea.
- Unghie fragili.
- Disfunzioni ormonali (ipotiroidismo, ridotto funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, etc).
La severità dei sintomi dell’anoressia la rendono una malattia potenzialmente mortale. La morte può sopravvenire proprio a causa dei gravi squilibri che la denutrizione comporta nell’organismo oppure per suicidio.
Cause dell’anoressia e fattori di rischio
Nonostante non siano ancora chiare le cause scatenanti dell’anoressia esistono una serie di fattori predisponenti, o fattori di rischio, che possono facilitare l’insorgere del disturbo. Non esiste quindi una sola causa ma molteplici. L’anoressia risulta essere il risultato dell’incontro, nel corso della crescita, di una serie di cause genetiche, fattori psicologici, relazionali e ambientali che risultano quindi fattori di rischio.
Tra questi i più importanti sono:
1) Interiorizzazione dell’ideale di magrezza
Una delle cause dell’anoressia nervosa è l’interiorizzazione dell’ideale di magrezza. Nelle società occidentali la magrezza costituisce un valore spesso associato al benessere e al successo. Inoltre i media, attraverso l’utilizzo di immagini visive di corpi idealizzati (ad oggi per lo più modificati con programmi di fotoritocco) favoriscono la correlazione tra alcune caratteristiche positive (essere attraenti, essere popolari e felici) e la magrezza. Questo favorisce, soprattutto in giovani adolescenti, l’interiorizzazione di ideali di magrezza non salutari, favorisce l’insoddisfazione verso il proprio corpo e aumenta il rischio di sviluppare l’anoressia.
2) Perfezionismo clinico
Il perfezionismo clinico è considerato un tratto di personalità caratterizzato dal bisogno di raggiungere obiettivi sempre più elevati, dalla scarsa tolleranza verso i propri errori, e dalla cronica incapacità a riconoscere il proprio valore personale. Questo tratto di personalità è stata individuato come uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo dell’anoressia nervosa. Numerosi studi condotti su gruppi di pazienti anoressiche hanno infatti mostrato alti tassi di perfezionismo, decisamente superiori rispetto ai gruppi di soggetti sani.
Il perfezionismo clinico è una caratteristica spesso associata ad una modalità di pensiero ossessivo e rigido e ad alte pretese verso se stessi (come avere “sempre il massimo dei voti”, oppure “non sbagliare mai”).
3) Cronici stati emotivi negativi
E’ abituale, quando siamo tristi o stiamo male, la tendenza al pessimismo e alla visione negativa è maggiormente accentuata. Chi soffre di anoressia nervosa tende però a mostrare stati emotivi cronicamente caratterizzati da aspetti negativi, modalità distorte di pensiero, incapacità a riconoscere gli aspetti positivi di sé e la tendenza alla focalizzazione su aspetti negativi della propria persona (e del proprio corpo).
L’anoressia nervosa infatti, nonostante sia un disturbo che si manifesta attraverso comportamenti aberranti nei confronti del proprio corpo e della propria alimentazione, nasconde un profondo disagio psicologico interiore. Scopo di un trattamento, oltre a modificare i comportamenti alimentari aberranti e raggiungere un peso nella norma, è quello di lavorare sugli aspetti psicologici sottesi agli stati emotivi negativi.
4) Insoddisfazione per il proprio corpo
Altro fattore di rischio dell’anoressia nervosa è l’insoddisfazione per il proprio corpo. Correlata all’ideale di bellezza e alla rigidità insita nel perfezionismo clinico e nella bassa autostima, l’insoddisfazione per il proprio corpo è un’altro fattore di rischio importante. In un recente studio (Stice et al. 2011) condotto su 500 ragazze adolescenti è emerso come, l’insoddisfazione corporea, costituisca non solo il più potente predittore per lo sviluppo di disturbi alimentari ma rappresenti anche uno dei principali fattori di mantenimento o di ricaduta dopo un percorso di cura.
L’insoddisfazione per il proprio corpo può contribuire a generare il “disturbo dell’immagine corporea”, una forma di “dispercezione corporea” nella quale le pazienti, pur essendo gravemente emaciate, si percepiscono grasse.
5) Disturbo dell’immagine corporea
Il disturbo dell’immagine corporea, considerato uno degli elementi centrali della psicopatologia dell’anoressia nervosa, porta ad una vera e propria alterazione del modo con cui la persona percepisce il proprio corpo. Le pazienti affette dal disturbo dell’immagine corporea, anche se particolarmente magre ed emaciate, si sentono e si vedono grasse.
Il corpo, o alcune parti specifiche, appare loro grasso, eccessivo, esagerato, del tutto inaccettabile e intollerabile. A volte il disturbo dell’immagine corporea può portare a percepire il corpo come se si stesse espandendo in alcune sue parti. Chi soffre di questo disturbo spesso mette in atto comportamenti ossessivi di controllo delle proprie forme (body checking) che però peggiorano il disturbo percettivo. A volte le pazienti anoressiche tendono ad utilizzare ossessivamente lo specchio, altre invece lo evitano completamente.
Questo disturbo, molto frequente in pazienti con un disturbo alimentare, è considerato un fattore di rischio e può contribuire all’esordio dell’anoressia nervosa o causare future ricadute. Il disturbo dell’immagine corporea infatti può rimanere anche dopo un percorso terapeutico e una remissione della sintomatologia alimentare.
Ricovero per anoressia nervosa
Il ricovero per anoressia nervosa avviene in situazioni di particolare gravità che necessitano di un’ambiente protetto e di un percorso di cura quotidiano ed intensivo. Si rende necessario un ricovero per pazienti che mostrano gravi sintomi del comportamento alimentare e un importante deperimento organico. L’anoressia nervosa è una malattia grave e potenzialmente mortale.